Il Centro

     

     Nella città di Roma il Centro culturale internazionale Giovanni XXIII riveste un ruolo del tutto singolare. Non è un collegio, non un ostello. Né un seminario. Ci sono soprattutto laici, ragazzi e ragazze. Soprattutto studenti cattolici, ma non solo cattolici. Frequentano università statali ed università pontificie. Per gli studenti delle università pontificie, in vista di un servizio alle loro chiese locali.
    
    Appartengono a 56 paesi di ogni parte del mondo. Fanno una vita sobria.
Libera, ma anche piena di segni comunitari. Di opportunità comunitarie. È  una scuola interculturale (senza lezioni). Una scuola di educazione al rispetto dell’altro ed alla passione per la vita, per lo studio, per la giustizia internazionale. Un luogo unico nella città, la cui realizzazione è dovuta all’ impegno personale di tutti i membri del Centro.







Il Centro è sorto nel 70’ a seguito della concessione, da parte del Vicariato di Roma, di un vecchio pensionato di sacerdoti, ormai inadeguato a svolgere il suo servizio; e si completò con la concessione della Santa Sede di un altro grande e contiguo locale già adibito a scuola e anch'esso divenuto inadeguato a svolgere tale attività. Fu ripulito a mano tutto: mura, soffitti, piani, locale per locale, con la collaborazione degli stessi studenti che si cominciarono ad ospitare.
     
 I primi furono un gruppo di indiani. Poi il numero degli studenti salì a 20, poi a 40, 60, 80 e con l’acquisizione dei nuovi locali, a 120; anno per anno in aumento, fino agli attuali 160. Per lo più alunni delle università pontificie. E questa situazione permise di affiancare all’attività scolastica quella formativa, in vista di un servizio poi, di alcuni studenti, alle loro chiese e società locali. Fu da allora che invalse l’uso di chiamare questi studenti (e naturalmente tutti gli studenti esteri in Italia) “Soggetti strategici dello sviluppo dei loro Paesi”. E la formazione che se ne dà fu per lo più prospettata in questo ruolo di cooperazione allo sviluppo integrale.
      
La gestione del Centro associa agli stessi studenti in compiti e ruoli che favoriscono l’esperienza  della collaborazione e della responsabilità dei singoli. Il paradigma o organigramma del Centro è il seguente: direzione, collaboratori della direzione (due sacerdoti e due laici), i capi settore (eletti dai loro colleghi dello stesso settore), e i coordinatori di attività: redazione della rivista “Amicizia”, gruppo della redazione del giornale interno “Telecamera”, gruppo di teatro, gruppi di ballo africano e latino americano, gruppo di cineforum, gruppo di un giornale murale (“Il Saggiatore”), gruppo di progetti di educazione allo sviluppo, gruppo sportivo(calcio), gruppo di dialogo, gruppo di preghiera, ecc. Oltre a incarichi che tutti gli studenti devono svolgere per turno: dalla portineria (accoglienza), alla mensa.
   
  C’è poi un’attività fissa obbligatoria per tutti: l’assemblea del martedì, in cui si dibatte della vita interna e di temi importanti che riguardano l’attualità internazionale, soprattutto con riferimento ad argomenti e problemi religiosi, formativi, sullo sviluppo integrale del uomo e la cooperazione internazionale, ecumenismo, dialogo, volontariato, ecc.
     
 In sintesi: oltre ai quattro della direzione, in ruoli e impegni differenziati tutti gli studenti sono impegnati per il buon funzionamento della vita comune. Effettivamente la vita comunitaria è ricca di opportunità formative, non sempre facili da controllare e orientare, ma comunque sostanzialmente positive,
    
  L’autorità è in riferimento al servizio che si svolge.
      

    Don Remigio Musaragno anno 2000






2 comments:

  1. Salve, sono uno studente e vorrei contattare il centro per informazioni. Potrei avere il vostro tel. e indirizzo email? In quali orari siete disponibili?
    Grazie
    Vincenzo

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  2. Salve,
    sono uno studente di Paraguay e vorrei contattare il centro per informazioni. Potrei avere il vostro tel. indirizzo o email, e in quali orari siete disponibili?
    Grazie Mille
    Fernando Ortiz

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