Thursday, September 20, 2012

Discorso del Card. Ugo Poletti, Presidente dei Vescovi Italiani e Vicariato di Roma all'inaugurazione del PONTE anno 1986

     
Discorso del Card. Ugo Poletti, Presidente dei Vescovi Italiani e Vicariato di Roma all'inaugurazione del PONTE anno 1986


         Un ringraziamento a quelli che hanno creduto nel passato, che credono nel presente e nel futuro. Quando 25 anni fa don Musaragno mi parlava e  mi dava le prime informazioni dell' UCSEI, ero io stesso molto titubante e perplesso. Quando 23 anni fa, a Milano, si ponevano le prime basi della FOLM ( Federazione Organismi di Laicato Missionario) che divenne poi presto la FOCSIV, era una iniziativa di cooperazione, ma la sensibilità, lo spirito della solidarietà era ancor poco, era agli inizi; oggi la nuova iniziativa de "Il  Ponte "si colloca in una mentalità di solidarietà che arricchisce e dilata la cooperazione. Bello il nome "Il Ponte", che è significativo di congiungimento nostro con paesi lontani. E chi realmente costituisce un ponte, sono gli studenti esteri.
         Don Musaragno ha messo in rilievo che non possono , non devono essere lasciati soli. Il Ponte esige, coraggio, apertura di mente, di cuore, di animo. Non bisogna aver paura delle provocazioni che Dio ci offre attraverso gli uomini. Quindi il mio ringraziamento si trasforma in esortazione di fiducia. Io sento oggi , molto più che 25 anni fa, la mia responsabilità di incoraggiamento, di sostegno, oltre che di promozione.
         Anche le autorità civili si sono poste in atteggiamento sempre più di responsabilità. Unendo le forze in una prospettiva ampia, lontana ma ugualmente coraggiosa, si potrà ottenere molto frutto. L'iniziativa merita, non solo la benedizione di Dio, che di certo è assicurata, ma l'attenzione , la collaborazione e la buona volontà degli uomini. è questo che io auguro a me stesso , a tutti noi presenti e a quelli che si aggiungeranno per la crescita e lo sviluppo dell'iniziativa del Ponte.
         Un augurio agli studenti esteri: hanno anche'essi bisogno di fiducia, di ritornare a guardare a questo nostro Paese, l'Italia, a questa nostra città, Roma, non con timore ma con senso di fiducia, perché l'accoglienza aumenta, aumenta la comprensione, aumenterà ancora la solidarietà. è la parola che desideravo dire a tutti voi.

tratto dal libro "Studenti Esteri in Italia (1960-2000)- Un Itinerario d'impegno per lo sviluppo e di testimonianza missionaria.

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