Friday, June 15, 2012

DOSSIER INDAGINE STUDENTI ESTERI UCSEI-ISTAT-MIUR Più studenti esteri in Italia


amicizia 


DOSSIER INDAGINE STUDENTI ESTERI UCSEI-ISTAT-MIUR 



                                       Più studenti esteri in Italia 


     Nell'anno accademico 2002-2003, il numero degli studenti esteri in Italia è stato di
31.343, su un totale di studenti nelle università italiane, di circa 1.750.00, quindi pari
all' 1,8%; il numero più basso dei paesi UE, che hanno una media di studenti esteri tra
il 5% e il 10 %.
   
     Questa situazione si spiega in parte con ostacoli  vari posti alla internazionalizzazione del
sistema universitario italiano e con la frammentazione delle normative, nonché con la mancata
sintonia tra i diversi ministeri. Da una parte, il  ministero dell'Università, dall'altra quelli
dell'Interno e degli Affari Esteri. Il primo, con l'appoggio della Conferenza dei Rettori delle
Università, sembra effettivamente orientato a promuovere la presenza di studenti esteri in Italia;
mentre gli altri due (ministeri dell'Interno e degli Affari Esteri), per malintese ragioni di sicurezza
e per una scarsa valutazione sulla sostanziale positività di una effettiva apertura delle nostre
università all'apporto di studenti e ricercatori stranieri, non vedono né l'opportunità né tanto
meno l'urgenza di questa apertura.
   
    E così sono passati oltre 40 anni, in attesa di una apertura che finora non s'è mai fatta; tanto
che c'è il pericolo che di studenti esteri in Italia nel giro di pochi anni non ce ne saranno più.

   C'è voluto l'appello del presidente della Repubblica Azeglio Ciampi (in un discorso ai benemeriti
operatori della scuola, della cultura e dell'arte all'estero - cfr. p. 40 di "Amicizia"), il quale ha
detto: "Dobbiamo internazionalizzare il nostro sistema universitario; dobbiamo avere più studenti
esteri nelle aule dei nostri Atenei..." (Roma, 14 dicembre 2004). Speriamo che questo appello
venga accolto dai responsabili degli studenti esteri in Italia.

    Attualmente questi studenti sono:

- di Africa, n. 2.674, (pari allo 0,15% dell'intera popolazione delle università italiane) ;

- di Asia, n. 3.119, (pari allo 0,18%) ;

- di America Latina, n. 2.198, (pari allo 0,13%) ;

- di Unione Europea, America del Nord, Canada: n. 23.564.

   L'insieme degli studenti dei Pvs (America Latina, Asia, Africa) raggiunge solo n.7.682 (lo 0,46%
del totale).
   
    E' degli studenti di Africa, Asia e America Latina (tot. n. 7.682) che si deve aumentare il numero,
per diverse ragioni.

   La prima è che sono i soggetti strategici dello sviluppo dei loro Paesi, e quindi la formazione che
ricevono nel nostro Paese è un contributo che si dà direttamente allo sviluppo dei loro Paesi
d'origine.

   Un'altra ragione è il reclutamento di giovani dei Pvs che i governi dell'Ocse stanno operando a
sostegno del proprio sviluppo scientifico ed economico; si tratta di 700.000 giovani dell'Asia,
dell'Africa e dell'America Latina da far venire in  Occidente, entro il 2010, per sopperire alla
carenza di scienziati e ricercatori nei Paesi occidentali.

   Inoltre, va considerato il contemporaneo sviluppo dei Paesi finora ritenuti sottosviluppati, ma che
in realtà sono in movimento verso lo sviluppo; per questo scopo saranno importanti, anzi decisivi,
i connazionali che avranno fatto la loro formazione all'estero.

   L'Italia, finora, non ha valorizzato gli studenti terzomondiali, ma è da ritenere che ora (come del
resto gli altri Paesi dell'Ocse) li ricercherà a motivo della globalizzazione del sapere e della
cultura. Il sapere è infatti un elemento strategico dello sviluppo.

   Ci si permetta una considerazione personale: 1'Ucsei è sempre stato, senza esitazione alcuna,
dalla parte degli studenti, in particolare di quelli del Terzo mondo, per favorirne l'ingresso in
Italia e l'inserimento nei nostri atenei. Perché, però, la nostra scelta non corresse il rischio di
impoverire quei Paesi delle loro migliori risorse umane, noi abbiamo sempre denominato e
segnalato questi studenti come i soggetti strategici dello sviluppo  dei loro Paesi. E ancora oggi
così facciamo, con la speranza che, di fronte all'appello autorevole (e ragionevole) del presidente
Ciampi, le istituzioni interessate si occupino nel  migliore dei modi delle esigenze di questi
studenti: l'accoglienza, il sostegno negli studi, le borse di studio; e che lo facciano nella
prospettiva di una vera cooperazione scientifica ed economica tra il nostro Paese e i loro.

Don Remigio Musaragno 


http://www.migranti.torino.it/Documenti%20%20PDF/stusteri.pdf

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